domenica 6 giugno 2010

IL SIAP ADERISCE ALLO SCIPERO DEI MAGISTRATI

Dalla Segreteria Nazionale
Il S.I.A.P. aderisce allo sciopero
indetto dall’ANM


Dichiarazione del
Segretario Generale Giuseppe Tiani


La Segreteria Nazionale del S.I.A.P. , quale organo deliberante del più rappresentativo
sindacato di base della Polizia di Stato e del Comparto Sicurezza, riunitasi in data odierna per definire le forme di protesta verso le misure previste in materia di stabilizzazione finanziaria assunte con il D.L. 78/2010. Il riflesso dalle ulteriori riduzioni finanziarie, mina le fondamenta dell’operatività delle Forze di Polizia, preso atto da tempo della grave situazione di crisi economica del Paese, i Poliziotti, Commissari e Questori non si sono mai sottratti al loro dovere di cittadini e di contribuenti, ma nel quadro di una manovra che rispetti i principi di equità, progressività e proporzionalità, ma che non mini la sicurezza dei cittadini e del paese, risorsa strategica per il rilancio dell’economia specie nel sud. Per le seguenti ragioni indice lo stato di agitazione permanente e aderisce idealmente, (ma solo perché a noi viene impedito per legge e noi rispettiamo la legge), allo sciopero indetto dai magistrati, per le seguenti sintetiche motivazioni.
Le misure previste, sono gravemente discriminatorie e appaiono “punitive” per tutti i
poliziotti, ancor più gravi sono gli effetti verso le nuove generazioni i cui diritti previdenziali e professionali sono messi in discussione, tali da incidere negativamente sul funzionamento dell’intero sistema sicurezza. Non avendo considerato che l’intervento normativo in materia previdenziale per il Comparto Sicurezza, ha bisogno di norme armoniche e unitarie tra loro coordinate, non di interventi mordi e fuggi su una materia così delicata per la vita delle persone.
Come mai avvenuto prima nella storia della Repubblica, le nostre retribuzioni verrebbero colpite più volte, non solo con un blocco forzoso sul trattamento economico derivante dalle competenze accessorie, le quali sono necessariamente connesse alla esecuzione dei servizi operativi e disagiati, come le missioni per la cattura dei latitanti o per
il contrasto all’immigrazione clandestina, l’ordine pubblico, il lavoro notturno e festivo per noi obbligatorio non un optional, gli straordinari necessari per la carenza di personale ecc... per tutto il triennio 2011/2013; il blocco totale per i meccanismi di progressione economica la cui tempistica è disciplinata dalla legge e legata alle funzioni dei diversi livelli di responsabilità non dell’anzianità; il blocco dell’adeguamento dei contratti alla dinamica dell’inflazione, addirittura è previsto il blocco degli effetti economici degli avanzamenti di carriera collegati al positivo superamento delle valutazioni di professionalità, anche attraverso i concorsi interni. Se queste disposizioni non saranno emendate in Parlamento, hanno introdotto il principio “dell’anarchia gerarchica” negli apparati più delicati dello Stato, che incrina la necessaria tenuta dell’organizzazione gerarchica per il personale armato, effetto dell’iniqua disparità di trattamento tra pari grado con differente retribuzione, a parità di livelli di responsabilità.
Queste misure, si intersecano con le già gravi previsioni dei tagli previste dalla legge 6 agosto del 2008 nr.133 (Brunetta), misure accompagnate da una campagna mediatica di delegittimazione dei poliziotti apostrofati come panzoni, dipinti come fannulloni politicizzati, e da interventi legislativi “Ronde e pattuglie dei militari” alcuni dei quali ancora in itinere “ d.l. intercettazioni” che inevitabilmente inibiscono e circoscrivono la nostra attività di contrasto all’illegalità.
Il Sindacato di base dei poliziotti, ritiene che gli interventi non solo sono iniqui, ma palesano evidenti profili di incostituzionalità nei confronti delle diverse funzioni e livelli di responsabilità per la gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica, con gravissime sperequazioni in rapporto con altre categorie. L’attuale trattamento economico dei Poliziotti, Dirigenti, Questori è basato su passaggi di grado retributivo che non sono svincolati dal conferimento di nuove funzioni e responsabilità di livello superiore, tale dà dar luogo ad un comodo percorso economico ancorato alla sola anzianità di servizio. Peraltro è la seconda volta in meno di due anni, che si incide sugli stipendi dei Questori dei Dirigenti di Polizia e di tutti i Poliziotti i cui effetti sono perduranti e particolarmente nocivi.
Condividiamo e solidarizziamo con l’ANM guidata dal Presidente Luca Palamara, che ha evidenziato l’incostituzionalità di una disposizione con la quale si opera una decurtazione tot court del trattamento economico solo per i dipendenti pubblici, violando i principi di eguaglianza e di progressività del sistema fiscale e tributario tra tutti i cittadini. Ma soprattutto sono inaccettabili, misure che incidono prevalentemente sulle retribuzioni dei poliziotti che sono quotidianamente esposti ad ogni tipo di rischio compresa la vita, inaccettabile l’ipoteca previdenziale dei poliziotti più giovani o con età media rispetto alla nostra vita lavorativa.
E’ ormai evidente che il Governo considera Sicurezza e Giustizia un costo e non una risorsa, ma addirittura uno spreco visto gli investimenti e la fiducia che ripone nelle c.d. Polizie locali, pattuglie di militari e ronde, questo è inaccettabile. Soprattutto in una condizione in cui i poliziotti e i magistrati che operano in particolari territori, sono costretti a gestire carichi di lavoro insostenibili, costretti a svolgere attività di supplenza permanente per sopperire alle falle di un sistema, che necessita di vere riforme e non di leggi tampone.
Il Segretario Generale
Giuseppe Tiani

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