ALLARME:
STANNO
SMANTELLANDO LA
“CATTURANDI” di PALERMO
Quando
si crede di aver toccato il fondo, ci si accorge drammaticamente che
si può cominciare a scavare. Credevamo di averle viste tutte alla
Questura di Palermo. Accordi Nazionali e decentrati ripetutamente
violati, colleghi umiliati e vessati con presunte storie di sicurezza
(vedasi la storiella dei parcheggi), movimenti interni con
improbabili logiche, risorse (Reperibilità, Cambi Turno,
Straordinari…) distribuite a mo' di prebenda ed in maniera tale da
causare disparità da ufficio a ufficio, anche se poi i servizi in
cui erano occupati i colleghi erano uguali..
Tuttavia
a questo proprio non potevamo arrivarci, a questa “soluzione
finale” non credevamo in nessun modo di poterci arrivare:
Questore
e Dirigente della Mobile di Palermo iniziano
a smantellare
di fatto la
CATTURANDI.
Già
la mitica CATTURANDI, squadra formata da quegli uomini sulle cui
fatiche e sacrifici si sono, anche, fondate le carriere e le fortune
di molti Dirigenti (Capi della Polizia, Vice Capi, Questori,
Dirigenti Generali e Superiori, Primi Dirigenti). Sarà un caso che
lo smantellamento di questa squadra avvenga per mano del primo che
non ci ha ricavato un ragno dal buco?
Abbiamo
ancora vive le immagini festanti della parte sana della gioventù di
Palermo adunatasi sotto la Squadra Mobile. Eravamo lì quando con
cori da stadio i giovani, che credevano possibile e volevano una
Palermo migliore, inneggiavano alla cattura di Provenzano, dei Lo
Piccolo, di Pulizzi, Adamo, Nicchi, Raccuglia.. fino all'ultimo
recente arresto in Venezuela di Bonomolo. Segno dei tempi che
cambiavano, segno di un mondo in evoluzione di una Palermo ogni
giorno più solare. Non era solo un reparto della Mobile da
incardinare in un'ottica spartitoria di risorse e compiti, é stato
ed é il segno che la mafia poteva essere sconfitta, che i suoi
mostri sacri non erano intoccabili, che vincere era possibile, che IL
SANGUE DEI TROPPI COLLEGHI CHE CI HANNO PRECEDUTO NON ERA STATO
VERSATO INVANO. Sulle fredde scrivanie dei ragionieri delle ragioni
dei conti e degli “straordinari” e delle “missioni” tutto ciò
non é valso a nulla.
Tutti
i Questori che si sono susseguiti a Palermo si sono recati presso la
Squadra Mobile per lodare, incitare e festeggiare questa o quella
impresa. Capo della Polizia e Ministri di turno andavano a rendere
omaggio con tanto di suono del campanaccio e mefisto indossato.
Dall'attuale Questore e dal Dirigente della Mobile
neppure
una telefonata
per quegli stessi uomini destinati, obtorto collo, ad altri servizi,
spostati da quell'Ufficio che era divenuto un altare su cui
sacrificare tempo, salute, famiglia, feste.. tutto insomma! Neppure
un tentativo di conciliare le posizioni. Emblema forse che i tempi
cambiano e non sempre in bene! Come dire “ieri osannati, lodati e
premiati, oggi, siccome non servite più in questa quantità,
spostati e destinati ad altro”!
Certo
ormai ci aspettiamo le probabili, ma improponibili, risposte: potrete
dirci che quasi la metà di questi rimarranno a lavorare alla
Catturandi, che non c'erano più latitanti (e Matteo Messina Denaro
chi é? Un ladro di polli? ), che non c'erano risorse.. che
comunque.. bla bla bla.. A meno che non si voglia sostenere che,
poiché oggi non ci sono grandi latitanti di mafia, non c’è
bisogno della Catturandi strutturata come è sempre stata e che a
Palermo e in tutto il Distretto di Corte d’Appello non ce ne
saranno in futuro, che, in una sola parola, “la mafia è stata
sconfitta!”
Ma
se così fosse allora il
Questore di Palermo dovrebbe suggerire
allo SCO di Roma ed al Capo della Polizia di
cancellare, per Decreto,
(perché così è stata istituita insieme ad altre poche “Sezioni
Catturandi” di Squadre Mobili d’Italia) la
“Catturandi” di Palermo, “Per
Cessata Esigenza!”
Di
fatto la CATTURANDI viene smembrata.
L'affidabilità, l'esperienza, la professionalità, i sacrifici di
alcuni dei suoi uomini e donne, proprio
mentre si sta cercando ad un tiro di schioppo l'ultimo grande
latitante,
vengono destinate altrove. Si doveva aspettare ancora un attimo. Si
deve dare la possibilità di chiudere il cerchio a quegli uomini che
hanno
avuto il gravissimo torto di essere stati troppo bravi, di avere
arrestato tutti.
Perché
Signor Questore questo non è più un problema sindacale riguardante
l’assegnazione di nuovi incarichi al personale, né tanto meno una
“semplice riorganizazione del lavoro o delle risorse”, o di
spending review “de noiartri”.
NO!!
questa
è una questione che riguarda i mezzi per la lotta alla mafia e che
quindi riguarda TUTTI I CITTADINI
Il
SIAP di Palermo non arretrerà di un passo. Chi decide di uffici come
questo decide delle speranze e delle aspettative della gente e la
gente, la Società Civile deve sapere. Nessuna telefonata ambigua
riuscirà a fermarci.
Sig.
Questore come vede, questa volta, non si tratta solo di rispetto
degli Accordi Sindacali Nazionali e Decentrati, disattesi e spesso
vilipesi, non si tratta solo dell’ossequio delle “pari
opportunità”
che ci siamo tanto sciacquati la bocca in questi anni, ma che ancora
una volta con la complicità di “maggioranze”non
ha esitato a gettare alle ortiche, questa volta si tratta della
mortificazione della dignità di uomini che a Palermo hanno fatto la
storia della lotta alla mafia, hanno costruito la carriera di molti
funzionari e costituiscono per il futuro il vero baluardo antimafia
del nostro Paese.!!!
E
noi, zitti zitti, quieti quieti, non abbiamo trovato di meglio che
soffocarla in silenzio e nell’oblio generale!
No,
sig. Questore di Palermo, questa volta l'ha fatta veramente grossa!!
Palermo
26/11/2012
LA
SEGRETERIA PROVINCIALE SIAP
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